Terapie chirurgiche
Per terapie chirurgiche si intendono quelle terapie invasive che hanno come scopo la rimozione, del tutto o in parte, dell’ipertrofia prostatica benigna che ostacola lo svuotamento vescicale.L’indicazione alle terapie chirurgiche si concretizza nei seguenti casi:
- sintomi delle basse vie urinarie di entità media o severa, resistenti alla terapia medica, che abbiano un impatto sulla qualità di vita del paziente;
- ritenzione urinaria cronica, che non risponde alla terapia medica;
- ritenzioni urinarie ricorrenti (nonostante le terapie mediche);
- insufficienza renale cronica secondaria all’ostruzione;
- calcolosi vescicale;
- ripetuti episodi di perdita di sangue con le urine che non rispondono alla terapia medica;
- diverticolosi vescicale con complicanze di tipo infettivo;
- infezioni urinarie ricorrenti;
- presenza di un cospicuo residuo post-minzionale, in particolare quando supera 1/3 della capacità vescicale globale.
- TURP – Attualmente, la Resezione Transuretrale della Prostata (TUR-P)
- Laserterapie –
- Chirurgia a cielo aperto
Trattamento chirurgico Ipertrofia prostatica
In caso di inefficacia della terapia farmacologica, il paziente dovrà essere indirizzato verso una terapia chirurgica. Esistono diverse opzioni chirurgiche per l’IPB, tutte volte alla risoluzione dell’ostruzione al deflusso di urina attraverso l’asportazione dell’adenoma prostatico, responsabile dell’ostruzione stessa. Si passa da interventi endoscopici ad interventi a cielo aperto, come l' Adenectomia prostatica , quest’ultima necessaria in caso di prostate di grandi dimensioni.La strategia terapeutica da attuare, sarà dunque basata sul grado di severità della sintomatologia del paziente e del conseguente impatto sulla sua vita quotidiana, discutendo i possibili rischi e benefici delle diverse opzioni terapeutiche.
Resezione transuretrale della prostata ed incisione transuretrale della prostata (TURP, TUIP)
Lo scopo della resezione transuretrale della prostata è quello di rimuovere tessuto dalla zona di transizione della prostata. Lo scopo dell’incisione transuretrale della prostata è quello di incidere il collo vescicale senza rimuovere il tessuto. Questa secondo approccio è utilizzato in casi selezionati, specialmente quando il volume prostatico <30 ml="" senza="" terzo="" lobo="" span="">
Efficacia: dimostrata aumentare il Qmax medio (+162%), diminuire l’IPSS (-70%), il punteggio QoL (-69%), ed il RPM(-77%). L’intervento di TURP offre risultati durevoli come dimostrato da studi con un follow-up di 8-22 anni. Non ci sono dati simili sulla durata di qualsiasi altro trattamento chirurgico per l’IPB . I fallimenti erano associati con disfunzione detrusoriale, piuttosto che il ri-sviluppo di IPB. Studi confrontano l’intervento di TUIP con quello di TURP ha rilevato miglioramenti dei LUTS equivalenti tra le due procedure, invece riduzioni insignificanti del Qmax medio nel caso della TUIP . La necessità di effettuare un secondo intervento chirurgico, di solito una re-TURP, è rappresentata da un tasso annuale costante di circa l’1-2%. Una review che analizza 29 studi clinici ha rilevato un tasso di re-intervento del 2,6% dopo un follow-up medio di sedici mesi
Tollerabilità e sicurezza: la mortalità e la morbilità perioperatorie si sono ridotte nel tempo, ma soprtatutto quest’ultima rimane ancora considerevole (rispettivamente 0,1% e 11,1%) Il rischio di TUR sindrome è sceso all’ <1.1% . Non è stato registrato nessun caso dopoTUIP. Risultati analoghi di complicanze post TURP : sanguinamento che richiede trasfusione 2% (0-9%), TUR sindrome 0,8% (0-5%), RUA 4,5% (0-13,3 %), tamponamento vescicale 4,9% (0- 39%) e UTI 4,1% (0-22%) . Le complicanze a lungo termine comprendono l’incontinenza urinaria (1,8% dopo TUIP rispetto al 2,2% dopo TURP), ritenzione urinaria e UTI, contrattura del collo vescicale (BNC) (4,7% dopo TURP), stenosi uretrale (3,8% dopo TURP vs. 4,1% dopo TUIP), eiaculazione retrograda (65,4% dopo TURP vs 18,2% dopo TUIP) ed ED (6,5% dopo TURP) .
Considerazioni pratiche: la TURP e la TUIP sono trattamenti efficaci per LUTS da moderati a gravi secondari al IPB. La scelta dovrebbe essere basata principalmente sul volume della prostata (<30 ml="" e="" 30-80="" adatti="" per="" tuip="" turp="" rispettivamente="" non="" esistono="" studi="" sul="" valore="" ottimale="" di="" volume="" prostatico="" ma="" i="" tassi="" complicanze="" aumentano="" proporzionalmente="" alla="" dimensione="" della="" prostata="" il="" limite="" superiore="" b=""> suggerito come 80 ml (basato sull’opinione degli esperti, nell’ipotesi che questo limite dipenda dall’esperienza del chirurgo, dalla velocità di resezione e dalla scelta della dimensione del resettore.
Tipologie di TURP: TURP bipolare
Il vantaggio della TURP bipolare (B-TURP) rispetto a quella monopolare (M-TURP) è quello di poter utilizzare durante la resezione, la soluzione fisiologica. A differenza della M-TURP, durante la B-TURP, l’energia non viaggia attraverso il corpo per raggiungere una piastra cutanea. Infatti l’energia generata da un circuito bipolare è conifnata tra un polo attivo (ansa del resettore) e un polo passivo situato sulla punta del resettore (“veri” sistemi bipolari) o sulla camicia (“quasi” sistemi bipolari). la B-TURP richiede l’utilizzo di una minor quantità di energia / tensione perché c’è una minore quantità di tessuto frapposto. Durante la coagulazione, il calore si disperde all’interno delle pareti dei vasi, creando un “coagulo sigillante” con perdita del collagene. I vari dispositivi bipolari disponibili differiscono nel modo in cui viene erogato il flusso di corrente
Efficacia: la TURP bipolare è l’alternativa alla M-TURP. I primi risultati complessivi hanno evidenziato che non esistono differenze clinicamente rilevanti sull’efficacia a breve termine (fino a dodici mesi) .
Tollerabilità e sicurezza: i risultati complessivi preliminari hanno concluso che non esistono differenze a breve termine (fino a dodici mesi) in termini di tasso di stenosi uretrale / BNC, ma la B-TURP è risultata migliore dal punto di vista della sicurezza perioperatoria (riducendo il rischio di Tur Syndrome, tamponamento vescicale, trasfusioni, e migliorando i tempi di cistoclisi, cateterizzazione e ospedalizzazione) .
B-TURP: vaporizzazione transuretrale bipolare della prostata
La vaporizzazione transuretrale bipolare della prostata (B-TUVP) è stata introdotta alla fine degli anni ‘90 dall’azienda “Gyrus ACMI” (“plasmakinetic” B-TUVP). La tecnica è originata dal dispositivo plasmakinetic B-TURP avvalendosi di un elettrodo bipolare e di un generatore ad alta frequenza con lo scopo di creare un effetto “plasma” in grado di vaporizzare il tessuto prostatico. Con il minimo contatto diretto con il tessuto (contatto ravvicinato, tecnica di hovering) e la produzione di calore, l’elettrodo bipolare, dopo la generazione di un impulso elettrico iniziale, produce un campo di plasma costante (strato sottile di particelle altamente ionizzate), permettendo così la vaporizzazione di uno strato limitato di cellule prostatiche senza intaccare il tessuto sottostante, consentendo cosi di raggiunge l’emostasi, lasciando un “canale” simile a quello della TURP. Una netta differenza tra B-TUVP e il suo antenato (vaporizzazione transuretrale monopolare della prostata) è che la B-TUVP compie una coagulazione meno profonda (<2 mm="" rispetto="" a="" quella="" sproporzionata="" create="" dalla="" precedente="" tecnica="" fino="" 10="" che="" potrebbe="" potenzialmente="" causare="" effetti="" collaterali="" di="" tipo="" irritativo="" e="" incontinenza="" urinaria="" da="" sforzo="" span="">
Efficacia: la B-TUVP è stata valutata come alternativa alla TURP per il trattamento di LUTS da moderati a severi con dimensioni prostatiche inferiori agli 80 ml Tuttavia, durante l’ultimo decennio, è stato valutato solo il sistema “plasma” B-TUVP con l’elettrodo a “bottone” (Olympus, Medical) I primi risultati hanno concluso che non esistono differenze significative nell’efficacia a breve termine (fino a 12 mesi) tra il dispositivo plasma- B-TUVP e la TURP .
Tollerabilità e sicurezza: risultati preliminari hanno concluso che non esistono differenze statisticamente significative in termini di complicanze intraoperatorie a breve termine (fino a 12 mesi) tra plasma-B-TUVP e TURP; invece le complicanze peri-operatorie sono significativamente inferiori con l’utilizzo del plasma-B-TUVP rispetto alla TURP . evidenzi una migliore efficienza emostatica con l’utlizzo del plasma- B-TUVP, con conseguente cateterizzazione (42,5 vs. 77,5 h) e tempi di ospedalizzazione più brevi.
Considerazioni pratiche: la B-TUVP e la TURP hanno un’efficacia a breve termine simile. Il Plasmakinetic B-TUVP ha un profilo peri-operatorio favorevole, una simile sicurezza a medio termine ma un’efficacia a medio termine inferiore rispetto a quello della TURP. Il plasma B-TUVP ha una morbilità a breve termine maggiore rispetto a TURP. Per poter valutare la B-TUVP in confronto alla TURP sono necessari studi randomizzati e RCT di qualità superiore con periodi di follow-up più lunghi.
Enucleazione e resezione della prostata con laser ad Holmio
Meccanismo d’azione: L’olmio (YAG) (lunghezza d’onda di 2.140 nm) è un laser pulsato a stato solido che viene assorbito dall’acqua e da tessuti contenenti acqua. La coagulazione tissutale e la necrosi sono limitate a 3-4 mm di profondità, il che è sufficiente per ottenere un’emostasi adeguata . La resezione con laser a Holmio della prostata (HoLRP) o l’enucleazione con laser a Holmio della prostata (Ho- LEP) agiscono sull’IPB con una conseguente riduzione dei LUTS.
Efficacia: confrontato la HoLRP con la TURP, non è stata rilevata nessuna differenza nel miglioramento dei LUTS a sei o dodici mesi dopo
Un RCT che confrontava la vaporizzazione foto-selettiva della prostata (PVP) e l’HoLEP, in pazienti con volumi prostatici > 60 ml, ha evidenziato un miglioramento deisintomi equiparabile tra le due procedure, ma un miglioramento degli indici uroflussometrici, compreso il PVR, significativamente più elevato dopo HoLEP ad un follow-up a breve termine; tuttavia, la PVP ha mostrato un tasso di conversione del 22% a TURP. Un’altra meta- analisi ha dimostrato la superiorità della HoLEP rispetto alla TURP in termini di Qmax post-operatorio .
Tollerabilità e sicurezza: rispetto alla TURP, la HoLRP richiede tempi di cateterizzazione e ospedalizzazione più brevi . I tassi di potenza, continenza e morbilità maggiori a 48 mesi, si sono dimostrati identiche tra HoLRP e TURP . Tre meta-analisi hanno rilevato che la HoLEP ha un tempo di cateterizzazione e una degenza ospedaliera più brevi, una ridotta perdita di sangue durante l’intevento, ed un minor numero di trasfusioni di sangue, ma un tempo opeatorio più lungo rispetto alla TURP. In una meta-analisi, non sono state notate differenze significative tra HoLEP e TURP per quanto riguarda la stenosi uretrale (2,6% vs. 4,4%), l’incontinenza urinaria da sforzo (1,5% vs. 1,5%) e le percentuali di reintervento (4,3% vs. 8,8%). L’enucleazione con laser a Holmio della prostata può essere eseguita in modo sicuro in pazienti che utilizzano farmaci anticoagulanti e/o antiaggreganti . L’impatto sulla funzione erettile (EF) e sull’eiaculazione retrograda è comparabile tra HoLEP e TURP / OP .In nessuna tipologia di trattamento si ha una riduzione della funzione erettile; tre quarti dei pazienti sessualmente attivi hanno avuto eiaculazione retrograda dopo HoLEP. La percentuale di risparmio ella funzione eiaculatoria con la HoLEP o con altre tecniche di enucleazione è riportata nel range del 46.2% .
Considerazioni pratiche: gli interventi chirurgici con laser a Holmio richiedono esperienza e competenza nell’ambito della chirurgia urologica endoscopica. L’esperienza del chirurgo si è dimostrato il fattore più importante che ha influenzato l’insorgenza complessiva di complicanze . È consigliato ai chirurghi esperti di far migliorare agli allievi la curva di apprendimento sia dal punto personale che istitutuzionale.
Vaporizazzione della prostata con laser “Greenlight” a 532 nm (PVP)
Meccanismo d’azione: i laser Kalium-Titanil-Fosfato (KTP) e triborato di litio (LBO) lavoano a una lunghezza d’onda di 532 nm. L’energia del laser viene assorbita dall’emoglobina, ma non dall’acqua. La vaporizzazione comporta una rimozione immediata del tessuto prostatico, con conseguente azione sull’IPB e sui LUTS. Nel
2016 la tecnica standard di intevento di vaporazzazione porstatica con Greenlight si avvaleva del laser XPS da 180 W, tuttavia la maggior parte degli studi sono stati eseguiti valutando i precedenti sistemi laser 80-W KTP o 120-W HPS (LBO). Questi tre sistemi laser “Greenlight” si differenziano, non solo per la massima potenza in uscita, ma anche per il design della fibra e per l’interazione tra tessuto vaporizzato ed energia erogata.
Efficacia e sicurezza: PVP, utilizzando i laser 80-W e 120-W con la TURP . Non sono state riscontrate differenze in termini di Qmax e di IPSS tra la 80-W PVP e la TURP. I pazienti nel gruppo PVP hanno registrato un rischio significativamente inferiore di perforazione della capsula, di trasfusione, ed un tempo di cateterizzazione e di degenza ospedaliera più breve. I tassi di re-intervento e i tempi operativi erano invece a favore della TURP. Non sono state evidenziate differenze significative in termini di ritrattamento per stenosi uretrale, per BNC, e intermini di ‘incidenza di incontinenza e di infezioni .
Il laser XPS 180 W è paragonabile a TURP in termini di riduzione dell’IPSS, aumento del Qmax, riduzione del PVR e del volume della prostata, diminuzione del PSA e aumento della QoL. La PVP XPS 180 WS è superiore alla TURP in termini di tempo di cateterizzazione, durata della degenza ospedaliera e tempi di ripresa funzionale . L’unico RCT disponibile per il laser a 180-W ha riportato risultati di efficacia e sicurezza simili a quelli della TURP con risultati stabili a 24 mesi di follow-up; tuttavia, si è registrato un più alto tasso di ritrattamento dopo 24 mesi nel braccio PVP.
Tollerabilità e sicurezza: una meta-analisi degli RCT che confrontava i laser 80-W e 120-W con la TURP ha rilevato che era necessario un tempo operativo significativamente più lungo, ma tempi di cateterizzazione e durata dell’ospedalizzazione più brevi dopo PVP . Le trasfusioni di sangue e il tamponamento vescicale sono stati invece inferiori con l’utilizzo della PVP. Non è stata invece osservata nessuna differenza in termini di ritenzione urinaria post-operatoria, nelle infezioni, nella stenosi uretrale o nella stenosi cicatriziale del collo vescicale . Secondo lo studio Goliath, la fotovaporizzazione della prostata con laser Greenlight 180-W non è inferiore alla TURP in termini di complicanze peri-operatorie, compreso il tasso di disuria post-operatoria (XPS 19,1%; TURP 21,8). Basandosi sull’evidenza di singoli studi, il laser Greenlight da 80, 120 e 180 W sembra essere sicuro per il trattamento di pazienti ad alto rischio che effettuano terapia anticoagulante . Diversi studi prospettici non randomizzati hanno dimostrato la sicurezza nell’utilizzo del laser greenlight nei pazienti con ritenzione urinaria o con volumi prostatici > 80 ml. Un RCT con follow-up a 12 mesi, ha evidenziato un tasso di eiaculazione retrograda del 49,9% dopo PVP con un laser da 80-W contro il 56,7% nel caso di TURP. Tuttavia, i punteggi IIEF-5 erano significativamente diminuiti a 6, 12 e 24 mesi nei pazienti con un punteggio preoperatorio > 19 .
Considerazioni pratiche: il laser Greenlight XPS 180 W rappresenta lo standard corrente per eseguire una PVP (fotovaporizzazione).
Laser Thulium:yttrium-aluminium-garnet (Tm:YAG)
Meccanismo d’azione: il laser Tm: YAG emette in modalità continua un’onda con una lunghezza compresa tra 1.940 e 2.013 nm. Il laser nasce per l’utilizzo nei dispositivi antincendio . Dal punto di vista della chirurgia prostatica sono state pubblicati diversi studi che riguardavano i diversi utlizzi di questo laser come la vaporizzazione (ThuVaP), la vaporesezione (ThuVaRP), e l’enucleazione (che comprende sia la vapoenucleazione ThuVEP che la ThuLEP ossia l’enucleazione anatomica con supporto Tm: YAG) .
Efficacia. Non èstata evideziata alcuna differenza significativa in termini di miglioramento dei sintomi tra le due procedure (Olmio e BTURP) ad uno, tre e cinque anni di follow-up . Lo studio non ha mostrato differenze tra le due procedure riguardo l’efficacia mentre l’anemizzazione e il tempo di cateterizzazione erano significativamente inferiori con la tecnica ThuLEP .
Tollerabilità e sicurezza: ThuVARP, ThuLEP e ThuVEP hanno mostrato un’elevata sicurezza intraoperatoria negli studi randomizzati, nonché in studi di serie di pazienti con prostate di grandi dimensioni e/o in trattamento con anticoagulanti o con patologie della coagulazione . Il tempo di cateterizzazione, la degenza ospedaliera e le perdite di sangue sono risultati essere più brevi rispetto alla TURP Il tasso di stenosi uretrale post-operatoria dopo ThuVaRP era dell’1,9%, il tasso di BNC era dell’1,8% e il tasso di re-intervento era 0-7,1% durante il follow-up . La stenosi uretrale dopo ThuVEP si è verificata solo nell’1,6% e il tasso complessivo di ritrattamento è stato del 3,4% (follow-up medio 16,5 mesi). Non sono state riportate stenosi dell’uretra e del collo vescicale dopo ThuLEP ad un follow-up di diciotto mesi.
Considerazioni pratiche: poiché solo un numero limitato di RCT, in assenza di follow-up a lungo termine (fino a 48 mesi), supportano l’efficacia della enucleazione della prostata con laser al tullio, è consigliabile continuare nello studio della tecnica.
Impianto disostruttivo uretrale prostatico “UROLIFT”
Meccanismo d’azione. L’impianto disostruttivo uretrale prostatico Urolift (PUL) rappresenta una nuova metodica, minimamente invasiva, eseguita in anestesia locale o generale. I voluminosi lobi laterali della prostata vengono compressi da piccoli impianti permanenti (Urolift), posizionati con l’ausilio del cistoscopio generando un’apertura dell’uretra prostatica che preserva una comunicazione continua anteriore lungo l’uretra prostatica, dal collo vescicale al veru montanum.
Efficacia:il PUL determina un netto miglioramento dell’IPSS ,Qmax e QoL . C’è solo un RCT che confronta il PUL al gruppo cieco . Non ci sono stati casi di eiaculazione retrograda tra i pazienti del PUL, mentre il 40% dei pazienti sottoposti a TURP hanno presentato perdita dell’eiaculazione. Il recupero/degenza chirurgico è stato misurato utilizzando uno strumento validato che ha confermato che il recupero post PUL è più rapido e maggiore nei primi 3-6 mesi . Tuttavia, la TURP è stata associata a un maggior miglioramento del QmaxLa funzionalità sessuale veniva preservata/mantenuta con un lieve miglioramento stimato a 12 mesi. Uno studio multicentrico in cieco e randomizzato riguardante il PUL in uomini con LUTS insostenibili per BPH ha dimostrato che a tre anni, si assisteva ad un miglioramento dell’IPSS totale e dei singoli sintomi dell’IPSS. Il miglioramento sintomatologico era indipendente dalle dimensioni prostatiche.
Tollerabilità e sicurezza: le complicanze post operatorie più comuni hanno incluso ematuria (16-63%), disuria (25-58%), dolore pelvico (5-17.9%), urgenza minzionale (7.1-10%), incontinenza transitoria (3.6-16%) e UTI (2.9-11%). La maggior parte dei sintomi era di entità lieve-moderata e si è risolta entro 2-4 settimane dalla procedura. Il PUL sembra non avere nessun impatto sulla funzionalità sessuale.
Considerazioni Pratiche: Un lobo medio ostruente o protrudente non può essere trattato efficacemente, e l’efficacia in grandi ghiandole prostatiche non è stata ancora dimostrata.
Adenomectomia prostatica e Diverticulectomia vescicale
L’approccio a cielo aperto (adenomectomia prostatica) consiste in un intervento laparotomico con incisione sovrapubica. Tipicamente, ad oggi si sceglie questa tipologia di intervento per volumi prostatici >80 ml e quando si associa la presenza di un grossolano diverticolo vescicale che richiede l’escissione. I diverticoli vescicali (erniazione della mucosa attraverso la parete vescicale) rappresentano un’altra importante spia della ostruzione urinaria severa che possono comportare infezioni recidivanti, calcolosi vescicale, carcinoma vescicale, alterazioni dell’alta via escretrice. La diverticulectomia (asportazione chirurgica del diverticolo) è indicata nel trattamento di tali sintomi previa rimozione dell’ostruzione. L’approccio chirurgico trans vescicale consiste nell’apertura della vescica e nella exeresi del diverticolo a livello del colletto con successiva chiusura in due strati della soluzione di continuo.